ARGENTINA

Viaggio in Argentina da Papa FrancescoIl battito ipnotico  di una nazione in una sinfonia giocata sui contrasti. Iceberg color indaco che si staccano dal meraviglioso ghiacciaio Perito Moreno nel Parque Nacional Lo Glaciares in Patagonia. Gauchos solitari che attraversano la pampa e le sensuali movenze dei ballerini di tango a Buenos Aires. Il fragore delle cascate dell’ Iguazù alla confluenza fra i fiumi Paranà  e Iguazù vicino al confine con Brasile e Paraguay, gli staordinari canyon di arenaria rossa di Talampaya (paragonabili al Gran Canyon del Colorado)  il fascino del passato  nei paesaggi lunari dei siti  paleontologici di Ischigualasto (definito “il più straordinario cimitero di fossili mai immaginato”).  L’Argentina è una terra sconfinata, incredibilmente ricca di sfumature tutte da scoprire, cosmopolita nella cultura, con una morfologia particolare che comprende lunghissime coste, enormi pianure, steppe in cui l’occhio spazia senza trovare l’orizzonte , deserti roventi e foreste subtropicali. In questa terra dove la natura regna ancora sovrana, spuntano metropoli come Buenos Aires, città e paesini in cui il vecchio si fonde col moderno creando un contrasto che stupisce ma sempre piacevolmente.
E’ proprio la capitale  che mostra tutti i segni della storia di un’umanità che da queste parti non sempre è stata felice e gioiosa come invece è la mente e lo spirito degli argentini. Popolo caloroso, gentile, orgoglioso delle proprie origini, religioso e, in questo momento al culmine della gioia per avere un loro concittadino seduto sul soglio di Pietro. L’arte, la moda, il design, l’architettura – che pure rendono grandissima nel mondo Buenos Aires – cedono il passo a Papa Francesco, il testimonial per eccellenza dell’Argentina nel mondo. Gli argentini ripagano il loro arcivescovo con una ammirazione sconfinata, una fede incrollabile e grandi dimostrazioni d’affetto. C’è feelinf fra loro e lo si avverte nell’aria.
 Il “circuito papal”, il papatour nei luoghi in cui il cardinal Bergoglio è nato, cresciuto e pregato,  scaturisce proprio dal profondo sentimento di affetto che unisce questo popolo al capo della Chiesa cattolica. Voleva essere un pellegrinaggio religioso diciamo per pochi intimi, si è trasformato in un boom turistico di dimensioni non ben calcolabili ancora. Cinquemila domande di partecipazione nella prima settimana e il numero delle richieste aumenta ogni giorno (circuitopapal@buenosaires.gob.ar). Il Ministero del turismo e il Comune di Buenos Aires valutano come ampliare il servizio, che è gratuito, e attualmente si svolge al sabato, alla domenica e nei festivi, in due turni di tre ore ciascuno: alle 9 e alle 15.
Chi desidera partecipare al circuito deve inviare una e-mail per la prenotazione a circuitopapal@buenosaires.gob.ar  e attendere la risposta che deve essere stampata e presentata al momento dell’imbarco. Per richieste telefonare al 4114-5791.
L’appuntamento per i fedeli è davanti alla cattedrale dove parte l’autobus riconoscibile dalla fila di persone in attesa e dalla bella scritta “Tragitto Papale”  con una immagine del Pontefice sorridente e benedicente. Non più di 50 passeggeri per volta. Chi vuole può andare a piedi: le visite in questo caso si svolgono ogni giovedi alle 15 partendo dalla Basilica di San José de Flores (Av. Rivadavia 6950). Il tour  sulle tracce di Papa Francesco, con guida spagnola (che però conosce anche qualche parola di italiano) , ha un programma di 21 tappe in 4 quartieri della capitale , dalla casa natale  alla cattedrale, alla basilica di San José, dove Bergoglio celebrava la messa e il campetto dove giocava a football da bambino.
Il “percorso Francisco” ha dunque il suo punto chiave nella Cattedrale Metropolitana, che si affaccia sulla Plaza de Mayo, cuore di Buenos Aires, dove si trova anche la Casa Rosada, sede della presidenza. Da lì si percorrono le strade strette nel quartiere Flores e si giunge alla tappa  in calle Membrillar dove al numero civico  531 sorge la casa dei Bergoglio. Sulla facciata, nei mesi scorsi, è stata collocata una targa in suo onore in cui si legge: “In questa casa ha trascorso la propria infanzia Papa Francisco. Città di Buenos Aires”. La casa natale è a due piani  ad un paio di chilometri dal centro di Buenos Aires che si raggiunge  dall’ Avenida Rivadavia. La facciata è decorata con marmo nero e spicca un enorme portone di legno; ma della costruzione originale rimane solo il patio, sul fondo. Qui Jorge Mario visse tutta la sua infanzia e adolescenza insieme ai quattro fratelli, due maschi e due femmine, Oscar Adrian, Marta Regina, Alberto Horacio e Maria Elena, al padre Mario José e alla madre Regina Sivori. La casa natale è una casa a due piani nel quartiere di Flores, un’ area ancora oggi di classe media ad alcuni chilometri dal centro di Buenos Aires che si raggiunge dall’ Avenida Rivadavia. Oggi la facciata è decorata con marmo nero e spicca un enorme portone di legno. Ma della costruzione originale rimane solo il patio, sul fondo. La seconda tappa è all’Istituto di Nostra Signora della Misericordia (Av. Directory 2138) dove Francesco bambino frequentò la scuola materna e ha ricevuto la Prima Comunione. Da lì si va nella vicina Plazoleta Brumara, a pochi metri dall’abitazione paterna. Questa è la piazzetta dove giocava a pallone tutti i pomeriggi con suo fratello minore Oscar. Non è lontano la quarta tappa,
la Semplice Day School in calle Varela 358 dove il futuro Papa frequentò le elementari insieme al fratello Oscar. Poi Bergoglio ha frequentato la scuola dei Santi Angeli e l’istituto  industriale “Hipolito Yrigoyen” (Virgilio 1980) dove Jorge  si è laureato come ingegnere chimico.
Altre due tappe: l’Avenida Rivadaria Basilica di San José de Flores , la chiesa del quartiere, dove il giovane Bergoglio, un giorno di primavera, dopo essersi confessato, decise che sarebbe diventato sacerdote e il Vicariato di San José de Flores (Condarco 545) dove fu consacrato vescovo titolare il 20 maggio 1992 (uno dei quattro vescovi ausiliari di Buenos Aires), incarico che ha mantenuto fino a quando non è stato nominato Vescovo Coadiutore di Buenos Aires  nel 1997.
Di nuovo sul bus per andare  al Prison Servizio – Carcere Devoto (Bahia Blanca 363), l’unico carcere in funzione nella capitale argentina.E ‘ stato inaugurato nel 1927 su un terreno donato da Antonio Devoto. Bergoglio, Arcivescovo della città, ha benedetto la cappella, le opere che sono state eseguite in diverse occasioni e celebrato Messa al Giovedi Santo. Nuova tappa, il Seminario Metropolitano di Buenos Aires (Jose Cubas 3543) dove Sua Santità è entrato a 22 anni. Nuova sosta dell’autobus nella parrocchia di San José del Talar  al Santuario della Virgen Desatanudos (Navarro 2460).  San Giuseppe del talar è detto così dal nome di una pianta che abbondava nell’area e che la gente del posto usava nella costruzione delle case. Nella chiesa – questa è la ragione della sosta – si conserva gelosamente il quadro della Madonna che scioglie i nodi (Virgen Desatanudos per i locali), portata qui da Bergoglio dalla Germania negli anni ’80 e affidata al parroco. E’ diventata oggetto di devozione e si recita davanti al quadro l’invocazione composta dallo stesso Bergoglio per chiedere il suo ausilio “nel districare i nodi della vita e la confusione indotta dal demonio”. Altre due tappe: San Ildefonso Parish (Guise 1939) dove il Cardinale ha celebrato la messa in diverse occasioni e  la Chiesa del Salvador  col Colegio del Salvador (Av. Callao 542/582)
dove Papa Francisco ha insegnato come pure ha avuto una cattedra come professore di teologia all’Universidad del Salvador (Viamonte 1856).
Il tour arriva ora  alla Cattedrale Metropolitana (San Martin 27) edificio neoclassico con 5 navate e un’altezza di 41 metri che vide la consacrazione a vescovo titolare del Papa che viene da lontano. Si prosegue e si arriva all’Arcidiocesi di Buenos Aires (Rivadavia 415)  dove al secondo piano c’era l’apparamento modesto dell’arcivescovo arredato con solo  un letto, un tavolo e una stufetta. E lì vicino , il  barbiere Romano  Roverano (Av. de Mayo 560) di cui Bergoglio entrava spesso per un taglio di capelli e,a pochi passi,  l’edicola di  Hipolito Yrigoyen e Bolivar dove arrivavano i quodiani  a cui l’arcivescovo era abbonato e che spesso andava a ritirare personalmente
Visita alla chiesa  S. Ignazio di Loyola Chiesa (Bolívar 225) dedicato al fondatore dell’Ordine della Compagnia di Gesù a cui appartiene il primo papa  latinoamericano e alla chiesa di San Francesco d’Assisi Chiesa (Alsina 380) a cui Bergoglio si ispira come guida del suo pontificato. Il tour comprende altre chiese legate alla vita ecclesiastica dell’arcivescovo: Chiesa Regina Martyrum (Hipolito Yrigoyen 2025) e, soprattutto la  Basilica di San Carlos e Maria Ausiliatrice (Quintino Bocayuva 144) dove, come si legge nel registro parrocchiale Jorge Bergoglio fu battezzato il 25 dicembre 1936 dal da salesiano Padre Enrique Pozzoli, che in seguito divenne il suo direttore spirituale. I suoi padrini furono: Francesco Sivori e Bergoglio Rosa Vassallo.
Ma c’è anche il calcio nella vita di Sua Eminenza.  Ecco quindi la tappa allo stadio Pedro Bidegain Il Viejo Gasometro in Avenida La Plata fra le calles Inclan e Las Casas era lo stadio dove giocava il San Lorenzo de Almagro la squadra di calcio di cui è tifoso Papa Francesco. Una passione che ereditò dal padre che nel club del San Lorenzo aveva giocato a basket. Inaugurato nel 1912 il Viejo Gasometro è stato lo stadio del San Lorenzo fino alla fine del 1979. Dopo la squadra si è trasferita in un complesso più vicino al quartiere di Flores, ai limiti del barrio di Nueva Pompeya. La struttura si chiama Pedro Bidegain o Nuevo Gasometro. Recentemente il club ha recuperato i terreni del vecchio stadio ed è previsto che la squadra torni presto a giocare nel luogo dove nacque. Papa Francesco ha seguito le partite della sua squadra in entrambi gli stadi. L’ultima tappa è la chiesa di Nuestra Señora de los Inmigrantes nella calle Nechochea 312, nel quartiere della Boca. Qui monsignor Bergoglio era solito riunirsi con i volontari della cooperativa Alameda che si occupano degli immigrati in Argentina (soprattutto quelli provenienti dall’ Ecuador e dalla Bolivia). Da questa chiesa l’ allora arcivescovo  ha lanciato alcune delle sue più famose omelie contro le forme moderne di sfruttamento e schiavitù, denunciando la prostituzione infantile e la tratta di esseri umani. La Boca è  un famoso quartiere vicino al porto fondato dagli italiani, soprattutto genovesi, nella seconda metà dell’ Ottocento.
Il cammino sulle tracce di Bergoglio si conclude alla  Cattedrale Metropolitana da cui si è partiti.
Dopo tanto camminare lungo il “circuito Bergoglio” viene sete. Vale la pena di brindare al Papa con una bevanda che anche a lui piace molto: il “mate” estratto dallo yerba mate, un albero che cresce in Sud America e che può raggiungere anche i 20 metri d’altezza. Dalle sue foglie triturate nasce la bevanda ritenuta immancabile nella vita quotidiana di un argentino.
C’è una leggenda che racconta che un giorno Yari e Araì (la luna e le nubi del crepuscolo) scesero sulla terra e giocando si imbatterono in un giaguaro che li aggredì; un indio cacciatore però, le soccorse e le ospitò nella sua capanna. Le dee per ringraziarlo decisero di regalargli un’erba protettiva, la yerba mate, e commosse per la sua anima gentile, si rivelarono: “Sono Yasi, la dea che abita nella luna, e vengo per premiare la tua bontà. La pianta che vedi è la yerba mate, e da ora in poi costituirà per te e per tutti gli uomini di questa regione il simbolo dell’amicizia. E tua figlia vivrà in eterno, e mai perderà l’innocenza né la bontà che c’è nel suo cuore. Sarà la dama della yerba.”
Gli indios Garanì furono i primi diffusori dell’estratto e da recenti studi è emerso che si tratta di una bevanda  tonica ed energizizzante con poteri antidepressivi e che favorisce l’equilibrio metabolico. Nei negozi a Buenos Aires si trovano in vendita i kit per la sua preparazione. Ma in Argentina è tutta un’altra cosa perchè c’è un rito da seguire per il “cebar mate” che in questa terra è considerato una vera e propria arte.
Si tratta di un rituale collettivo: il cebador (preparatore di mate) mette le foglie di mate nella zucca o nel legno, lo riempie di acqua calda e con una bombilla, una specie di canna di metallo, si beve. Viene passato da una persona all’altra in senso orario. L’invito a berlo è un segno d’amicizia e benvenuto. Un vero calumet della pace.
Oltre al kit per il mate fai da te, nei negozi della capitale c’è molto da acquistare, soprattutto in fatto di abbigliamento  Molto particolari  poi sono i prodotti realizzati con il cuoio (portachiavi, cinture, portafogli), che spesso raffigurano temi iconografici tipici della cultura dei gauchos. Dalla stessa, derivano anche i coltelli, che si trovano sia in piccole dimensioni che nelle varianti in argento. Numerosi anche i prodotti d’artigianato locale intagliati nel legno e molto belli sono anche i tessuti, in particolare quelli della provincia di Mendoza, e, infine, bellissimi  i poncho.
Un giro per Buenos Aires riporta in plaza de Mayo di fronte alla Casa Rosada dove  i flash della memoria riportano a Evita  Peron che dal balcone parlava al suo  popola che l’adorava. E poi gli occhi si posano sulla storica Torre di Guardia che circonda la piazza. I lunghi viali intorno sono tutti molto animati. Sulla Avenida de Mayo si trovano bistrò e locali caratteristici come l’antico Café Tortoni, mentre lungo l’Avenida Corrientes s’incontrano ristoranti, cinema e teatri. Famosa per la sua incredibile larghezza è la Avenida 9 de Julio, dove sorge anche il prestigioso Teatro Colòn. Tra i quartieri della città, il più caratteristico è quello di San Telmo, dove in molti locali e ristoranti vanno in scena spettacoli di tango e dove si possono trovare non solo tanti negozietti vecchio stile ma anche un mercato delle pulci, che si svolge alla domenica in plaza Dorrego. Molto pittoresco è anche il quartiere italiano La Boca, contraddistinto dalle facciate vivacemente colorate delle casette: i genovesi si facevano regalare dai marinai i barattori con quello che restava della pittura usata per le navi e ridipingevano così le loro abitazioni. Chi vuole rilassarsi nel verde può dirigersi al periferico Aeroparque Jorge Newbery, vicino all’aeroporto. In questa grande area si trova un lago artificiale, spazi per il picnic, un campo da golf, l’ippodromo cittadino e altre strutture sportive. Da non perdere lo spettacolo delle partite di polo che si svolgono in autunno nei campi del parco. Gli amanti del tango possono rendere omaggio al grande cantante Carlos Gardel visitando la sua grande e scenografica tomba presso il cimitero di Chacarita.

Papatour in ArgentinaSALTA
E con le immagini da cartolina di Buenos Aires negli occhi e nel cuore, seguendo ancora le tracce di Bergoglio, si esplorano altri territori argentini pieni di fascino. Si vola nel nord ovest, a Salta dove l’allora arcivescovo andava spesso a pregare.Fondata nel 1582, dovette affrontare le guerre contro i Calchaqui e le rivolte dei Wichi del Chaco, distrutta quasi completamente da un terremoto nel 1692, si trasformò nel 1776 nella capitaee dell’Intendencia che compredeva l’attuale Nord Ovest sino alla Bolivia.
Dalla Salta coloniale rimangono molte testimonianze nel centro cittadino dove sorgono le case coi balconi di legno che imitano la Lima dell’epoca dei vicerè. La vita cittadina si svolge intorno a Plaza 9 de Julio, unica in tutta l’Argentina perchè completamente circondata da portici, dove, come vuole la tradizione a mezzogiorno ci si ferma a bere un bicchier di vino e a mangiare una empana saltena.Nella piazza c’è la Cattedrale in stile neoclassico-barocco,arricchita da un portico con colonne e due torri. Sul lato ovest c’è il Museo de Arquelogia de Alta Montana e nella via  laterale si ammira la chiesa del convento di San Francesco (molto amata dal Papa) risalente al XVIII secolo, facciata e campanile completati in altra epoca, molto simile alla Cattedrale perchè progettata dagli stessi Sui suoi muri si leggono quattro distinti stili architettonici: toscano,ionico, corinzio e composito.La facciata e molto decorata, con terracotte e marmi, molto bello il chiosto a due piani che ospita una biblioteca. Il centro di Salta è incorniciato dal  monte San Bernardo, al quale si può accedere con una teleferica. Arrivati in cima si trovano negozietti e bancarelle con un considerevole assortimento di oggetti, tessuti e prodotti alimentari. Particolarmente interessanti le proposte il legno realizzate dagli indigeni del Chaco Salteno.
Sull’altra collina che circonda Salta sorge invece  il santuario  del la Vergine del Colle in cui anche Bergoglio si è inginocchiato.Centinaia, forse migliaia di rosari pendono dai rami degli alberi tutt’intorno all’edificio religioso: sono i segni tangibili della fede degli argentini per questo luogo santo dove, si dice, che nel 2000 la Madonna sarebbe apparsa e avrebbe parlato con una casalinga del posto, Maria Livia de Obeid. Nello scorso decennio sarebbero avvenute  “cure miracolose”, “liberazioni da demoni che neanche gli esorcisti riuscivano a scacciare” e altri fatti soprannaturali, secondo quanto riportato da diverse fonti, tra cui Padre Rene Laurentin, un esperto di apparizioni.
Più di un milione di persone ogni anno vanno lì per pregare con Maria Livia oggi 62enne.  Ogni sabato, tra marzo e dicembre, 30-40.000 persone salgono al santuario che lei ha costruito sulla collina su esplicita richiesta della Madonna
A differenza di Lourdes e Fatima, qui non  c’è alcun commercio. Non ci sono oggetti religiosi in vendita. Le immagini sacre, i rosari, le cartoline con le preghiere e le bottigliette di acqua sono gratuite, grazie alla riconoscenza dei fedeli.

 IL TRENO PER LE NUVOLE
Da Salta una delle escursioni più belle e spettacolari è quella di attraversare la Quebrada del Toro con il “Tren a las Nubes”, ( tel. 0387.422.033; www.trenalasnubes.com.ar; chiuso da dicembre a marzo; 950 pesos) convoglio di otto vagoni che si snoda lungo 217 Km tra tunnel , ponti e viadotti raggiungendo i 4220 mt di altitudine  a San Antonio de los Cobres. Durante il percorso vengono effettuate delle soste per poter scendere ed ammirare il paesaggio ed acquistare dagli abitanti dei prodotti di loro produzione. Il punto di arrivo è il Viaducto de la Polvorilla. Il viadotto con arcate di 224 metri consiste in sette tratti di 20 metri di luce ciascuno e in sei di 14 e fu costruito  in Italia ed assemblato in loco nel 1929. La sua forma curva fa si che è possibile vedere il convoglio ed il fondo del canyon, avendo la senzazione di essere sospesi nel vuoto anche perchè i binari sono stretti e privi di sponde. Il treno, su cui viaggiano dottori e infermieri pronti a distribuire l’ossigeno quando si arriva in quota,  viaggia a 35 km/h e il viaggio inizia all’alba e finisce a mezzanotte quando rientra a Salta.

CORDOBA
Prima di diventare Primate d’Argentina, Papa Francesco ha trascorso alcuni anni a Cordoba nella chiesa della Compagnia
di Gesù come direttore spirituale e confessore. La città è interessante turisticamente e brillante come movida e shopping. Significativo da vedere proprio il complesso costruito dai gesuiti quando nel 1599 si radicarono a Cordoba:  la Manzana Gesuitica  comprende il blocco integrato dalla chiesa della Compagnia di Gesù, la Cappella Domestica, La Residenza dei Gesuiti e il Rettoria dell’Università Nazionale di Cordoba. Antico Collegio Massimo della Compagnia di Gesù.
Di particolare interesse poi Paseo del Buon Pastore (Av. Hipolito Yrigoyen 325) in origine un carcere femminile e per idissidenti del regime, ora trasformato in una splendida attrazione al centro  cittadino con spettacolo di acque danzanti tutte le sere e punto di ritrovo di tanti bei localini.

PRETE GAUCHO
Proprio in provincia di Cordoba il 14 settembre 2013  si è conclusa una causa molto attesa dagli argentini quella del “Cura brochero”, il prete gaucho, che venne aperta nel lontano 1968, progredì sotto il pontificato Giovanni Paolo II, prosperò con Benedetto XVI e che adesso Papa Francesco ha portato a conclusione. Il paese natale della provincia di Cordoba che porta il nome civile del beato, José Gabriel del Rosario Brochero, ha organizzato grandi festeggiamenti con 3000 cavalli e relativi cavalieri dalle provincie più settentrionali dell’Argentina. osé Gabriel del Rosario Brochero (1840-1914) venne ordinato sacerdote a 26 anni. All’inizio del suo ministero, Brochero si distinse per il suo impegno nella cura ai malati e ai moribondi dell’epidemia di colera che colpì nel 1867 alla città di Cordoba. Poi, nel 1869, gli fu affidata la parrocchia di Sant’Alberto nella località conosciuta come la Villa del Tránsito. Per la gente diventò il “cura gaucho” per l’attenzione che mostrava verso le esigenze di tutti. Con le sue mani e con l’aiuto della sua gente ha costruito chiese, cappelle, scuole e ha aperto strade attraverso le montagne. Nella sua vecchiaia padre Brochero si ammalò di lebbra, condividendo in tutto la vita delle persone colpite da questa malattia.

Graziella Leporati