LAZIO

SubiacoSentirsi sublacensi per un giorno. Scavare nelle tradizioni, nelle musiche, nell’artigianato e nella gastronomia di un tempo alla ricerca delle radici di un popolo. O delle “Rajche” – come si dice nel dialetto di Subiaco – che accomunano gli abitanti dell’alta valle dell’Aniene. Il 30 e 31 agosto è in programma la sesta edizione di “Rajche, radici in comune”: e così, all’ombra della Rocca Abbaziale che fu dimora dei Barberini, dei Colonna e di Lucrezia Borgia, si potrà cogliere questo retroterra comune in ogni vicolo e piazzetta del paese in provincia di Roma.

Lo si farà passeggiando, muniti di sacca e calice, attraverso una sorta di tour enogastronomico con 26 portate della cucina tipica del territorio, realizzate al momento esclusivamente con materie prime del posto; in abbinamento ai piatti a “chilometro zero” le aziende vinicole locali proporranno i loro migliori prodotti, mentre la musica e i canti popolari faranno da allegra cornice alla festa. Per l’occasione, l’associazione culturale “Rajche” – che organizza l’evento con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura, Sport e Turismo del comune di Subiaco – farà riaprire le vecchie cantine del paese, nelle quali è davvero possibile respirare l’atmosfera tipica delle feste di un tempo.

E per completare il tuffo nel passato, cosa c’è di meglio del suono degli antichi strumenti? Il programma prevede infatti la quarta edizione di “Rajche: di legno, di canna, di pelle”, il festival e mostra-mercato della musica popolare e della liuteria tradizionale. Artigiani e costruttori di zampogne, organetti, chitarre e tamburi, metteranno in mostra i loro lavori che i visitatori potranno suonare e provare nei giardini della rocca abbaziale; nel pomeriggio, gli strumenti della tradizione agropastorale saranno imbracciati da musicisti professionisti e così, a fare da sottofondo alle gustose ricette proposte, saranno anche poesie e stornelli rigorosamente in dialetto. E dato che l’allegria popolare resta il leit motiv dell’evento, a chiusura della manifestazione verrà allestita in piazza Santa Maria della Valle la tradizionale “panarda”, una cena all’aperto il cui menù a base di piatti semplici ricorda il modo in cui usavano pasteggiare i nostri nonni.

Chi deciderà di fermarsi qualche ora in più a Subiaco, pittoresco borgo medievale dell’alta valle dell’Aniene, di certo non resterà deluso. Costruito su una rupe di roccia che domina la campagna circostante, il paese conserva al suo interno la Rocca Abbaziale medievale, la trecentesca chiesa di San Francesco e quelleneoclassiche di Sant’Andrea e di Santa Maria della Valle. Non lontano dall’abitato sorge il monastero di Santa Scolastica, l’unico – fra i dodici voluti da San Benedetto nella valle sublacense – sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni saracene. Di grande impatto è anche il monastero del Sacro Speco, eretto nella curvatura di una alta parete di roccia e sorretto da nove alte arcate, con il suggestivo labirinto interno fatto di ambienti di vita quotidiana, piccole chiese e cappelle scavate nella roccia. Per info: 3408505381; www.fuoriporta.org