OLANDA DEL NORD
Casette di epoca vittoriana, tutte simili nell’architettura ma diverse nella cura dei particolari, a un piano, in mattoni rosso scuro, le tendine di pizzo alle finestre, i tetti a punta sormontati da due cigni bianchi in ferro che si fanno le coccole. E davanti alle porte e sui davanzali delle finestre un’esplosione di tulipani, gerani, petunie e dalie . Le casette si specchiano nei canali che formano un reticolo in cui si naviga a vela fino ai laghetti e, più su , fino al mare del Nord dove i surfisti giocano col vento. Attorno ai mille canali, in cui la vita scorre slow, si snodano migliaia di chilometri di piste ciclabili. Per gli olandesi, la bicicletta è un’appendice indispensabile: la usano di giorno, di sera, per andare a lavorare, a cena, a teatro, nei pub. Le parcheggiano ovunque e non le bloccano con catene e lucchetti perché nessuno si sogna di rubarle. Da Bergamo-Orio al Serio si decolla per Groningen con RyanAir che ha aperto questa nuova rotta con un aereo che parte al venerdì alle 13 e rientra al lunedì alle 14,30: 19 euro di biglietto, 90 minuti di volo e si atterra a sette chilometri dalla cittadina piena di parchi e attraversata da canali pieni d’acqua – in cui nessun olandese si sogna di buttare bottiglie di plastica o cartacce – e simpatici ponticelli fioriti. Un centro urbanoche sembra sonnacchioso, ma in realtà è vivacissimo e allegra coi suoi 50 mila studenti provenienti da tutto il mondo che di sera affollano i pub e di giorno frequentano una delle migliori università olandesi o l’unica scuola tecnica europea in cui si studiano le acque, la loro desalinizzazione, il sistema delle dighe e come si strappano i campi al mare. Groningen è una piacevolissima scoperta. Del periodo in cui la città faceva parte della Lega Anseatica rimangono le ricche case seicentesche, la gotica Martini Tower cioè la chiesa di San Martino col campanile alto 97 metri (salite fino in cima, tanto c’è l’ascensore e lo spettacolo della città vista da lassù vale i 3 euro del ticket di ingresso), il rinascimentale Goudkantoor, il monumentale Ufficio dell’Oro oggi caffè-ristorante: questo delizioso edificio costruito nel 1653 presenta eleganti facciate con pinnacoli traforati e le finestre sormontate da conchiglie. In origine fungeva da ufficio provinciale delle imposte , in seguito qui venivano punzonati i metalli preziosi, oro e argento. Il museo marittimo e il museo del tabacco raccontano la storia commerciale e industriale della città mentre il Groninger Museum ospita interessanti collezioni, dall’archeologia all’arte contemporanea.
E proprio al Groninger Museum si respira aria di casa nostra: l’ardito e articolato complesso è stato progettato infatti fra il 1989 e il 1994 dall’architetto italiano Alessandro Mendini uno dei massimi maestri del designer, un innovatore degli anni ‘80 che ha creato oggetti, mobili, ambienti, installazioni, edifici dandovi un taglio personalissimo. Le sue opere si trovano nelle collezioni permanenti al Museo d’Arte Moderna di New York, e al Centro Pompidou di Parigi, mentre tra i progetti d’architettura , oltre al colorato e luminoso museo di Groningen, vanno ricordati la casa e le fabbriche Alessi a Omegna, il Teatro della Bicchieraia ad Arezzo, la nuova piscina olimpionica a Trieste, alcune stazioni di metropolitana e il restauro della Villa Comunale a Napoli, la Torre del Paradiso a Hiroshima. E per lo shopping non c’è che l’imbarazzo della scelta fra pane scuro, biscottini ripieni di caramello e golosità al cioccolato con l’icona del mulino a vento sulla confezione. Lasciata Groningen dopo un ultimo giro fra le colorate bancarelle nei market sulle piazze, vale la pena di percorrere 34 chilometri per raggiungere la vicina provincia del Drenthe.
Le altre regioni olandesi hanno spesso considerato questa zona come una sorta di area abbandonata e incolta. In realtà l’area era abitata fin dalla preistoria. Le prove più tangibili di questa presenza umana sono i dolmen (hunebedden) costruiti attorno al 3500 a.C.: 52 dei 54 dolmen dei Paesi Bassi si trovano nel Drenthe, concentrati nella parte nord-orientale della provincia, gli altri 2 nella provincia adiacente di Groningen. Tutti hanno sentito parlare di Stonehenge in Inghilterra e dei dolmen e dei menhir della Francia, ma pochi conoscono i megaliti ancora più antichi e numerosi che si trovano nei Paesi Bassi del Nord. Eppure esistono e sono lì da circa 5000 anni. Più antichi delle piramidi egiziane, costruiti in pietre di granito, alcune delle quali pesano oltre 25.000 kg, trascinati sul posto e accatastati a formare un stonegrave rettangolare. Tumuli funerari detti “Letti degli Unni”, alcuni con belle incisioni, sono la testimonianza che questi sono stati luoghi dei primi insediamenti umani risalenti al Neolitico.”Hunebedden”, come vengono chiamati da queste parti, ma non costruiti da Hunen (o huynen =giganti) e non letti, ma tombe come sostengono gli studiosi. Così Drenthe, e in particolare il caratteristico e delizioso centro di Borger –dove sorge l’Hunebedcentrum accanto al monumento megalitico più significativo e più bello- è il hunebedden-provincia. Fra l’altro va tenuto presente che nel Drenthe non ci sono montagne o rocce. Ma gli hunebedden sono fatti di pietre enormi. Allora da dove provengono? La risposta è semplice: dalla Scandinavia che non è molto lontana e da dove secoli dopo sono arrivati anche i Vichinghi. Circa 200.000 anni fa, nel corso di una glaciazione, la maggior parte del nord Europa, tra cui appunto l’Olanda, era ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio. I grandi massi di cui sono fatti gli hunebedden sono stati trasportati in Olanda dal lento movimento dei ghiacciai. Ancora oggi, scavando nel suolo del Drenthe, si trovano pietre più piccole e più grandi. Va anche sottolineato che i primi uomini che abitarono queste terre erano cacciatori che ben presto sono diventati agricoltori e hanno imparato a coltivare il grano, addomesticare il bestiame e a costruire le prime capanne. Questi agricoltori hanno cominciato a tagliare i boschi con asce di pietra e a coltivare la terra. E, circa 3450 anni a.C hanno cominciato a costruire enormi stonegraves utilizzando i grossi massi che erano rimasti sparsi su tutto il territorio dopo il ritiro dei ghiacciai.Per conservare i cibi e per mangiare hanno anche imparato a fabbricare ciotole e vasi di terracotta, , molti dei quali a forma di un imbuto. Per questo gli archeologi definiscono questo popolo come appartenente alla cultura Beaker , cioè “imbuto”. Tutte le scoperte degli studiosi però non hanno risolto il mistero dei megalitici dolmen: perché questi semplici contadini facevano tanta fatica per trascinare quei massi pesanti e impilarli fino a costruire un stonegrave enorme? E come sono riusciti in questa impresa gigantesca che ancor oggi, senza gli appositi macchinari comporterebbe uno sforzo sovrumano? Ma gli interrogativi perdono importanza di fronte alla sensazione di grande stupore, ammirazione e senso del divino che i dolmen suscitano. Attorno ai dolmen, il territorio è di una straordinaria bellezza con sanddunes, boschi, brughiere, erica, villaggi pittoreschi come Anderei in cui , fra le minuscole case coloniche bisecolari con tetti di paglia pressata che tiene testa al gelo e alla neve, nessuno si meraviglierrebe se incontrasse uno gnomo o un folletto . In quest’area si trovano anche una decine di campi da golf ( a 9 e a 18 buche) sia per principianti, sia per giocatori esperti. Il green è perfetto e i fili d’erba tutti della stessa altezza sembrano tagliati a mano a uno a uno con le forbicine.
E con l’immagine dei dolmen negli occhi, il viaggio nel Nord dell’Olanda prosegue verso la Frisia dove si erano stabiliti i Frisoni, di origine germanica, che riuscirono a mantenere l’indipendenza dai romani che conquistarono invece i territori a sud del Reno. La Frisia è una provincia prevalentemente agricola. Le famose mucche frisone col mantello bianco e nero e il cavallo nero frisone sono originari di qui. Le mucche producono un gran quantitativo di latte ed è quindi elevata la produzione di yogurt, burro, panna, formaggio con un’alta cremosità. Parecchie fattorie consentono ai turisti di visitare gli allevamenti e offrono anche la disponibilità per pranzi e pernottamenti in un ambiente agreste, a contatto con la natura. In questa provincia però i turisti puntano soprattutto verso i laghi e gli attracchi dei canali navigabili:ogni anno la regione è visitata da migliaia di amanti degli sport acquatici, desiderosi di esplorare le sue vie d’acqua. La provincia è famosa anche per i campioni di pattinaggio su ghiaccio, attività praticata da tutti quando le condizioni meteo lo permettono, cioè in pieno inverno. Se la Frisia vive di allevamento delle mucche frisone, però nell’immaginario collettivo è ricordata per il famoso “cavallo di Frisia” uno strumento difensivo medievale costituito da un telaioportatile, a volte un semplice ceppo di legno, coperto con lunghi chiodi in ferro o legno, o anche vere e proprie lance. Il suo nome deriva appunto dalla regione della Frisia dove furono usati per la prima volta verso la fine del XVI secolo per difendere la città di Groningen dall’assalto della cavalleria spagnola. Per questa ragione i cavalli di Frisia sono chiamati in tedesco e nelle lingue scandinave “cavalieri spagnoli”. Oggi i cavalli di
Frisia sono quadrupedi dal manto nero che pascolano nei prati olandesi e si lasciano cavalcare nei maneggi. Non perdetevi, tanto che siete da queste parti, il villaggio più piccolo dell’ Olanda: il quattrocentesco Sloten dove l’altezza delle casette non supera i cinque metri e l’altrettanto affascinante Sneek col castello in cui si pagava il dazio che ancora si specchia nelle acque del canale e dove la sede del Comune è un palazzo che lascia a bocca aperta per la delicatezza delle decorazioni sulla facciata.
Da visitare anche, a Lemmer, la più grande idrovora a vapore del mondo, la Woudagemaal, inaugurata nel 1920 dalla regina Guglielima e inserita fra i patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. La “Cattedrale del vapore”, ancora in funzione, pompa oltre 4 milioni di litri d’acqua al minuto riversandoli nel’ lJsselmeer ed evita gli allagamenti nei periodi di acque alte.
In queste tre province l’ospitalità della popolazione lascia stupefatti per la gentilezza, la disponibilità e la cortesia a ogni ora della giornata. Il turista non si sente mai solo e trova sempre qualcuno pronto a indicargli una strada, un pub, un negozio. La cucina è gourmet: pesce e carne sono i signori della tavola e la loro preparazione è tanto accurata che anche l’ insignificante platessa diventa gustosa e saporita. Per dormire non c’è che l’ imbarazzo della scelta: dal 5 volte stellato hotel Prinsenhof a Groningen (camera a 220 euro a notte, colazione inclusa) fino al delizioso droomhotel “t Heinenhoes” ad Anderen (65 euro a testa per una camera doppia, con colazione, cena e bevande compresi).
Per maggiori informazioni e prenotazioni: www.ryanair.it; www.marketinggroningen.nl; www.frieslandholland.nl; www.visitafryslan.com; www.marketingdrenthe.nl
Graziella Leporati
30 Settembre 2012