PUGLIA
Puglia, mille e una emozione. Dalle grotte di Castellana, al centro storico di Nardò, da Oria alle Tavole di San Giuseppe di Giurdignano al Carnevale di Aradeo, sacro e profano si intrecciano per raccontare una terra ricca di incontri e culture. Presentato alla Bit di Milano il nuovo pacchetto turistico ideato dalla rivista di turismo e cultura del Mediterraneo, Spiagge (www.mediterraneantourism.it) in partenariato con Regione Puglia, assessorato al turismo, Pugliapromozione, Comuni di Nardò, Aradeo, Oria, Giurdignano e Grotte di Castellana srl.
Tra le più originali proposte vi è il Carnevale di Aradeo dove tra il 2 e il 4 marzo si potranno ammirare i carri allegorici realizzati in cartapesta leccese e coordinati dai giovani del Gruppo carnevalesco aradeino “Oscar Tramacere”. A fare da cornice alle sfilate vi è un suggestivo centro storico dai palazzi gentilizi. La sera, scorre la movida, anche in pieno inverno, tra tantissimi locali che offrono cocktail e musica. Aradeo è peraltro la città di Emma Marrone e dove ha vissuto per alcuni anni, Domenico Modugno, cui è dedicato il Teatro, cuore della vita culturale della città.
CASTELLANA GROTTE. In attesa delle sfilate, il consiglio è di scoprire le mete più belle della Puglia. Il nostro tour parte da Castellana, in provincia di Bari, famosa per le sue grotte (www.grottedicastellana.it). Scoperte 76 anni fa e visitabili tutto l’anno, regalano un crescendo di emozioni. Stalattiti, stalagmiti, cortine, colonne, preziosi cristalli sfoggiano i loro mille e uno colori disegnando le forme più strane che si prestano alla fantasia dei visitatori. Dopo essere entrati nella Grotta Grave, l’unica collegata con l’esterno, gli ambienti si succedono uno dopo l’altro, prendendo i nomi che furono dati loro dai primi esploratori:la Lupa, i Monumenti, la Civetta, la Madonnina, l’Altare, il Precipizio, il Corridoio del deserto, la Colonna rovesciata, il Corridoio Rosso, la Cupola. Si arriva poi all’ultima e più bella caverna del sistema sotterraneo, la Grotta Bianca, definita per la ricchezza e il biancore dell’alabastro, la più splendente del mondo. Le grotte si trovano ad una profondità media di circa 70 metri e si possono seguire due itinerari: il primo di un chilometro dura 50 minuti, il secondo di 3 km dura circa due ore. Vi è un percorso attrezzato anche per i disabili. Castellana Grotte srl che gestisce le grotte, visitate nel tempo da 15 milioni di persone, ha ideato anche una serie di eventi culturali che danno ai visitatori l’occasione per ritornarvi. Viste le Grotte, vale la pena fare un giro nel centro storico di Castellana, borgo medioevale dominato da una cattedrale romanica e che in pieno inverno, l’11 gennaio, si illumina con i fuochi delle Fanove: più di 80 falò vengono accesi contemporaneamente per ricordare il miracolo della Madonna della Vetrana, che salvò i cittadini di Castellana dalla peste.
NARDO’. Dal romanico al barocco, ed eccoci a Nardò, città d’arte della provincia di Lecce, per eccellenza. Sono barocche con la tipica pietra leccese scolpita dai maestri scalpellini le chiese che impreziosiscono il centro storico della città: ricami di pietra, putti, santi… popolano facciate e altari. Dall’ariosa piazza Salandra dominata dalla colonna dell’Immacolata, si dipanano le vie del centro storico, cuore culturale ed economico dell’area.
Ma Nardò è da visitare anche per i panorami mozzafiato di Portoselvaggio, un parco regionale affacciato sul mare, a soli sei chilometri dalla città. Tra campi di terra rossa e fenomeni carsici come le spunnulate (laghetti di acqua salmastra generati da fiumi sotterranei il cui tetto è sprofondato) si arriva fino alla spiaggetta di Portoselvaggio dominata dalla Torre dall’Alto di Santa Caterina.
Nardò, famosa per le ville gentilizie nel quartiere Cenate di Santa Caterina, è anche città dell’accoglienza. E’ stata insignita infatti della medaglia d’oro al valor civile dal presidente della Repubblica, Ciampi per l’accoglienza riservata a più di 800mila ebrei, che erano stati liberati dai campi di concentramento dalle Forze Alleate e che vennero momentaneamente ospitati nelle case requisite di Santa Maria al Bagno prima di raggiungere la Terra Promessa. Tra gli ospiti illustri anche Golda Meir. Oggi una casa con i graffiti realizzati da un deportato, Levi Miller, foto e documenti, è diventata il primo museo italiano della Memoria e dell’Accoglienza, visitabile su prenotazione (tel. 0833. 83 08 08, www.comune.nardo.le.it)
ORIA, Il quartiere ebraico e il castello di Federico II
Ma se c’è una città dove fiorì una ricca comunità ebraica, questa è Oria, in provincia di Brindisi. Infatti questo borgo medioevale, che vi affascinerà per le sue viuzze arrampicate sulla rocca dove sorge il maestoso castello federiciano, ha dato i natali a un medico farmacista così famoso che a lui è stato dedicato il modernissimo ospedale di Tel Aviv, Donnolo. Gli ebrei arrivarono a Oria con la diaspora nel 70 e vi rimasero fino al 1300. Federico II scelse la città per attendere la sua sposa, Jolanda di Brienne, in viaggio dall’Oriente. I due si unirono in matrimonio nel 1225 nel Duomo di Brindisi, poco distante da Oria. Ma, naturalmente prima delle nozze, (che peraltro aveva già contratto per procura) l’imperatore si dava a feste di addio al celibato, cacciava nella foresta oritana e soprattutto rese il castello di Oria la sua degna dimora, ampliandolo e rendendolo quanto mai sfarzoso. Il castello dominava e domina ancora oggi i Due Mari essendo costruito su uno dei tre colli di Oria. Per ingannare il tempo l’imperatore indisse anche il Torneamento dei Rioni, che gli abitanti di Oria festeggiano ancora oggi il secondo week end di agosto con uno spettacolare corteo storico e il Palio in abiti medioevali che ricordano l’arrivo di Federico II. Il castello, di proprietà privata è visitabile grazie agli alunni dell’Istituto per il turismo della città e dai volontari dell’associazione Legambiente (per prenotazioni iter.oria@libero.it).
Il primo rito della Settimana Santa in Puglia. Oria è anche una città dalla profonda spiritualità. Infatti volendo allungare fino a giovedì 6 marzo la propria permanenza, si assisterà al primo rito della Settimana Santa in Puglia. La Statua di Cristo Morto, custodito nella chiesa delle suore benedettine, viene portata in spalla dagli iscritti dell’Arciconfraternita della Morte vestiti di nero, in una breve ma intensa processione che termina con l’ingresso di Gesù nella Cattedrale, poco distante. Il rito si ripete tutti i giovedì di marzo fino al Giovedì Santo. La domenica delle Palme i volontari del Gruppo di promozione umana portano in scena la Passione vivente.
Le Tavole di San Giuseppe. Tra il 18 e il 19 marzo gli abitanti di Giurdignano, paesino a soli cinque chilometri da Otranto allestiscono nelle proprie case le Tavole di San Giuseppe. Si tratta di Grandi Tavole, ricoperte con tovaglie ricamate dove spiccano pani a forma di ruota e ben tredici pietanze: il pesce, simbolo del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci di Gesù, i ciceri e tria, pasta fatta in casa metà bollita e metà fritta con i ceci, che, con i suoi colori indica quelli del narciso e quindi l’arrivo della Primavera, le ncartiddhate, dolci fritti a forma di rosa e conditi con il miele, che ricordano le fasce di Gesù bambino. Il devoto che prepara le Tavole, invita parenti o amici. Essi interpretano i Santi: la Sacra Famiglia (Gesù, San Giuseppe e Maria) se la Tavola è imbandita per tre, la Sacra Famiglia e i suoi parenti e amici se la Tavola è allestita per 13. Quindi con Maria, Giuseppe e Gesù si siedono anche Sant’Anna e San Gioacchino (i genitori di Maria), Santa Elisabetta e San Zaccaria (i cugini), Santa Maria Maddalena… etc. Chi si siede alle Tavole diventa Santo. “Questa tradizione”, spiegano il sindaco Monica Gravante e il vicesindaco, Gabriella Vilei, “è molto sentita, qui da noi. Infatti le Tavole di San Giuseppe sono nate a Giurdignano e si sono poi diffuse in altri paesi a noi vicini come Minervino e Uggiano la Chiesa, nella fascia dell’entroterra idruntino”.
IL GIARDINO DEI MEGALITI PIU GRANDE D’EUROPA. In attesa delle Tavole al mattino si può passeggiare nel giardino dei megaliti più grande d’Europa. Infatti nelle campagne di Giurdignano ci sono ben 23 menhir e 28 dolmen. Risalgono a 16mila anni fa. I dolmen erano tombe o forse altari dove si sacrificavano gli animali. I menhir sono pietre stiliformi confitte nel terreno. Indicano il desiderio dell’Uomo primitivo di arrivare fino al cielo. Alcuni menhir sono stati cristianizzati con l’apposizione delle croci oppure con la costruzione di una cappella ai loro piedi, come la cripta di San Paolo delle Tarante a Giurdignano, perché nel Salento, Sacro e Profano coesistono in un’affascinante e misteriosa simbiosi.
Dove dormire
B&b Casa Pasca; Via B. Pasca, 6, Minervino di Lecce (Le); Tel. 0836. 95 41 89; www.casapasca.it
I migliori ristoranti dove mangiare
Ristorante Lo Zio Tom (loc. Ciardo, Santa Maria di Leuca, tel. 0833. 76 78 70; 320. 29 90 740) imperdibili le tagliatelle allo Zio Tom al ragù di mare presentate dallo chef Matteo Cordella. Da 35 €
Ristorante La Grotta del Conte (via Duca del Mare, Castro marina, tel. 0836. 94 3349; 349 08 31 123 gabri ven. mattina la Grotta del Conte ok) imperdibile le sagne ncannulate, la tipica pasta leccese, con gamberi rossi di Gallipoli al profumo di cannella. Conto medio solo pesce 35 €.
www.grottadelconte.it; info@grottadelconte.it
Delizie in contea
Piazza Della Vittoria 10 – Castro
Tel. 0836. 190 17 28; 320 74 64 795
www.delizieincontea.it; delizieincontea@libero.it
Artigianato
Bottega d’arte Agostino Branca; via Tempio 32, Tricase (Lecce); 0833. 54 51 20; branca@brancaagostino191.it