Serbia, monasteri e vigneti della Vojvodina
L’estremo nord-est della Serbia, appena a nord di Belgrado e confinante con Croazia, Ungheria e Romania, appartiene alla Vojvodina, ampia pianura alluvionale pannonica grande poco più della Lombardia e con due milioni di abitanti, provincia autonoma della repubblica di Serbia fin dal 1848, quando faceva parte dell’impero austro-ungarico, per passare poi al regno serbo prima ed alla federazione jugoslava di Tito poi. La Vojvodina, granaio della Serbia e provincia più evoluta per la fertilità del terreno sabbioso (residuo dell’antico mare Pannonico, per questo anche chiamato Sahara d’Europa) e la ricchezza d’acqua di grandi fiumi come Danubio, Sava e Tibisco, presenta una caratteristica singolare a livello continentale: la maggior concentrazione storica di lingue e di etnie differenti, con sette diverse lingue (serbo, ungherese, croato, rumeno, tedesco, slovacco e rom) e ben 26 gruppi etnici, un vero coacervo che le fa meritare l’appellativo di Babilonia d’Europa.
Anche per quanto attiene la religione non scherzano, suddivisi tra cristiani ortodossi (la netta maggioranza), e poi le minoranze cattoliche, protestanti, islamiche ed ebree. Con una simile varietà, che ovviamente riguarda anche cucina, festività, tradizioni e quant’altro, viene da chiedersi come abbiano fatto a vivere da sempre in buona armonia, rispettosi gli uni degli altri, anche quando di recente la Jugoslavia si è dissolta ed i Balcani si sono incendiati. Una pacifica convivenza che dovrebbe servire da monito altrove per le mille tensioni nazionalistiche e campanilistiche.
Unico rilievo a movimentare la pianura le dolci colline della Fruska Gora, la Montagna Sacra, una striscia di 80 km per 10 a sud del capoluogo Novi Sad, parco nazionale ad un’altezza massima di 539 m composto da boschi, prati e, soprattutto, da vigneti gradevoli anche dal punto di vista estetico, con una produzione antica e di qualità, vecchia di 2.500 anni. Si potrebbe dire parecchio di questi vini, e della relativa cucina ruspante, come di qualsiasi altra zona. Ci limiteremo pertanto ad accennare soltanto al Beruet, un vino liquoroso esclusivo della Fruska Gora ottenuto con la macerazione nel vino – sia bianco che rosso – di svariate erbe medicinali e spezie diverse, secondo ricette personali e segrete. Questo nettare risultava piuttosto famoso tra gli aristocratici austro-ungarici e presso la corte di Vienna e negli Usa, tanto da figurare nella carta dei vini del Titanic. Altra peculiarità i monasteri ortodossi tardo medievali, decorati con pregevoli cicli pittorici ben conservati, che ne fanno un territorio unico: infatti tra XV e XVII sec. vi furono costruiti ben 35 monasteri, simboli della rinascita culturale della Serbia dopo la sonora sconfitta da parte dei Turchi a Kosovo Polje, per tentare di opporre un baluardo militare e religioso all’avanzata turca e musulmana. Oggi ne restano 15, a breve distanza l’uno dall’altro, e costituiscono luoghi di notevole suggestione spirituale, oltre che capolavori d’arte, mete di pellegrinaggio e di cerimonie per i fedeli ma anche del tutto degni di costituire, almeno i più significativi, un breve percorso turistico. Tali monumenti rivelano influenze di entrambe le scuole artistiche di Ras e di Morava, ben presenti nella Serbia meridionale di provenienza, e rappresentano una riuscita fusione dello stile bizantino con quello barocco. Si può cominciare con il monastero di Krusedol, risalente al 1516 e immerso in un’atmosfera di pace sconfinata, gravemente danneggiato dai turchi ma che conserva ancora alcuni vividi affreschi raffiguranti eventi biblici. Diverso dagli altri il monastero di Grgeteg, con la chiesa luminosa priva di affreschi; qui l’elemento dominante è costituito da un’icona della Madonna, copia di una venerata sul Monte Athos, oggetto di fervente venerazione e di intensi pellegrinaggi. Il monastero femminile di Ravanica a Vrnik presenta una chiesa tardo medievale in stile classico, con fastosi affreschi, dove prevale l’intenso colore blu dovuto alla polvere di lapislazzulo. Ultimo, immerso in una spettacolare cornice verde, il monastero di Novo Hopovo, del 1576, con espressivi affreschi bizantini di ottima fattura realizzati da maestri cretesi attivi al Monte Athos greco, che gli hanno meritato la qualifica di sito Unesco. Per la concentrazione di tanti luoghi di culto le colline della Fruska Gora vengono considerate come uno dei tre Sacri Monti del cristianesimo ortodosso, assieme al Monte Athos ed al Sinai egiziano. Sullo stesso percorso si sviluppa anche una Strada del Vino, che collega le principali cantine della regione. Soste turistiche per gustare la genuina cucina locale possono essere compiute nelle piccole cittadine come Vrdnik, famosa per le terme e i bagni termali (appositi impianti e spa con massaggi nei migliori hotel), Sremski Karlovci, disseminata di chiese barocche in quanto un tempo sede del Patriarcato serbo-ortodosso, oppura Subotica, centro marcatamente ungherese con begli edifici art nouveau, invasa dai profumi di goulash. Non bastasse ecco sul Danubio l’accogliente Novi Sad, capoluogo della Vojvodina e seconda città serba, colta ed elegante (definita l’Atene serba), dall’architettura balcanica con influenze magiare, dominata su uno sperone roccioso sul fiume dalla massiccia Cittadella di Petrovaradin, fortezza dall’imponente mole eretta nel 1692 per difendersi dalle invasioni turche; dal 2000 in luglio diventa sede dell’Exit Festival, una delle maggiori manifestazioni musicali dell’Europa orientale, capace di attirare 200 mila visitatori (www.exitfest.org). Da non perdere nel centro storico, ricco di ristoranti, bar, vinerie e negozi vari, la monumentale piazza pedonalizzata, dove si affacciano la cattedrale ortodossa di San Giorgio del 1853, la cattedrale cattolica del 1894 alta ben 72 m, in stile gotico e con tetto di ceramica, il municipio in stile neorinascimentale con facciata decorata da statue e colonne, e infine il Palazzo Vescovile del 1903, dalla curiosa facciata art nouveau dalle influenze serbo-bizantine.
Specialista dal 1980 per ogni tipo di vacanze in tutte le nazioni dell’ex Jugoslavia, e quindi anche per la Serbia, è l’operatore “il Piccolo Tiglio” (tel. 0381 72 791, www.ilpiccolotiglio.com), in grado di organizzare tour e soggiorni per individuali e gruppi alla scoperta della Vojvodina e dei suoi monasteri.
Testo e foto di Giulio Badini