PAPUA NEW GUINEA

Papua, tribù dei Kalam

Papua, tribù dei Kalam

In the far south-east Asia, is just 160 km from the northern coast of Australia, is the largest island in the Pacific, Papua and Papua, second in the world in size, composed from the island increased and a countless number of islands, islands and archipelagos in the Pacific reached between the Bismarck Sea to the north and the Sea of ​​south Coralli, surrounded everywhere by unspoiled coral reefs and extraordinarily rich in marine life. Geopolitics colonial ground with a sharp line north-south Papua into two different nations, albeit with several common characteristics: the west Irian Jaya or West Papua, the region belongs to Indonesia, Papua New Guinea to the east to form the second state for Oceania size, after Australia. Big one and a half Italy, but with only 6 million inhabitants, this island has a very rugged coastline with bays and inlets, a central longitudinal mountain range – the Highlands – with peaks higher than 4,000 me perpetually snow-capped peaks despite proximity to the equator, plateaus, hills and plains often swampy interior. The climate is monsoonal, perpetually hot and humid with high precipitation, in seismic areas with active volcanoes and the presence of tsunami. L ‘80% of the territory is covered with original vegetation, equatorial forests and dense undergrowth up to 2,500 m altitude, the higher conifer woods and high alpine meadows; the swampy coasts offer rainforests and mangrove. There are only four national parks, equal to ‘1.6% of the territory, but this is one of the wildest and most pristine areas of the planet, it can be said that almost the entire country is at this moment being protected. Nature, as far as we know, well counts 9,000 plant species, including the richest varieties of orchids, 90 species of mammals and at least 48 are endemic, including marsupials Australoids as the tiny tree-kangaroo. But the real climax, which has no equal in the world for the variety and beauty, is made up of 700 species of birds (parrots, pigeons, kingfishers, cassowaries, hornbills, cockatoos, etc.), Including the superb bird of paradise, present with 38 different varieties and assumed as an emblem of the country; Instead insects include the butterfly most of the earth, with an aperture of 28 cm wingspan.

Papua, famiglia Kalam

Papua, famiglia Kalam

Gran parte della popolazione vive nell’interno ad un livello tecnologico rimasto fermo alla preistoria, basato su raccolta, caccia e su un’agricoltura di mera sussistenza,ma nessuno muore di fame o chiede l’elemosina e tutti si rivelano gentili e felici di farsi fotografare. Isolata dalla geografia e dalla mancanza di strade e frantumata in una miriade di tribù aggressive e territoriali, che fino a mezzo secolo fa praticava il cannibalismo e collezionava i crani dei nemici, trovano notevoli difficoltà di comunicazione parlando ciascuna una propria lingua: sono infatti 850 i dialetti conosciuti, il che ne fa la seconda area al mondo per concentrazione e densità linguistica e il 10 % di tutte le lingue parlate sul pianeta. La lingua ufficiale in teoria sarebbe l’inglese, ma oltre ai vari dialetti la vera lingua franca è data dal pidgin, un misto di inglese, tedesco e melanesiano con un totale di soli 1.300 vocaboli. L’antropofagia e i combattimenti tra tribù sono scomparsi soltanto negli ultimi decenni in seguito alla conversione al cristianesimo, che sta soppiantando l’animismo originario, ma diversi autori sostengono non essere ancora spariti del tutto. Certe zone montuose dell’interno sono ancora talmente selvagge e ignote, che nel 1993 vi venne scoperta una nuova tribù di 80 persone. I beni, come la terra, sono proprietà comune e vige il baratto. Manca del tutto uno stato sociale: istruzione e sanità sono soltanto private e le casse pubbliche non riescono neppure a mantenere esercito e polizia, tanto che gran parte del territorio risponde al tribalismo locale, con notevole sviluppo di criminalità e insicurezza; non a caso tutti viaggiano armati di macete. Pur nota agli europei fin dal 1500, per secoli questa terra è stata ignorata dalle potenze coloniali, nella convinzione che fosse spopolata e priva di risorse: solo nel 1800 vi si insediarono olandesi ad ovest, tedeschi a nord-est e inglesi a sud-ovest; ma soltanto sulle coste, per passare nel 1915 a protettorato australiano, protratto fino all’indipendenza nel 1975, seguita da instabilità politica e sociale tuttora in atto. Facendo parte del Commonwealth britannico, capo dello stato è la regina d’Inghilterra.

Paua, guerrieri Kalam

Paua, guerrieri Kalam

 Per fare turismo a Papua occorrono coraggio e forte motivazione, perché ovunque vige criminalità e insicurezza, mancano le strade (ci si sposta a piedi, in barca o su piccoli aerei) e le poche strutture ricettive, assai costose, sono davvero spartane, e spesso mancano cose basilari come la benzina e l’eletticità. Ma la natura e, soprattutto, le selvagge popolazioni dell’interno offrono suggestioni davvero inimmaginabili e tali da ripagare i disagi. Le bellicose tribù degli Huli, ad esempio, vivono nella fertile regione montuosa centrale delle Higlands in capanne di bambù all’interno di villaggi abitati da clan parentali, uomini e donne in quartieri separati. Gli uomini sono cacciatori, raccoglitori e curano gli orti con strumenti primordiali, le donne si occupano della prole, della cucina e degli animali domestici, soprattutto maiali. Vige la poligamia, l’uomo acquista la sposa versando una dote agli suoceri ed è ammesso il divorzio per infertilità. Nelle cerimonie si dipingono il volto di giallo, il corpo di rosso, portando becchi di tucano al collo. I Kalam invece, abitanti degli altopiani di Madang, si adornano con enormi e variopinti copricapi formati da fibre vegetali e piume d’uccello, ossa o conchiglie infilate nel naso, collane e bracciali di denti di bucero, con visi e corpi dipinti d’ocra e lucidati con grasso animale. L’elevato senso artistico dei papuani si estrinseca principalmente nelle decorazioni corporee e nell’intaglio di maschere e statue in legno. La massima espressione folkloristica si raggiunge nei Sing Sing, festival e competizioni locali intertribali creati dalle autorità civili e religiose nella seconda metà del secolo scorso per dare uno sbocco pacifico allo spirito aggressivo ed alle tradizioni guerriere degli indigeni. Quindi non manifestazioni a scopo turistico (i visitatori non arrivano a 40 mila all’anno), ma autentiche gare di musiche, danze, balli, esibizioni e costumi della più genuina tradizione. Assai famosi quelli che si svolgono a Mount Hagen, zona etnica per eccellenza, e quello dedicato al coccodrillo sul Sepik, enorme fiume navigabile che consente l’accesso ad una vasta e misconosciuta area tribale per visitare a bordo di piroghe a motore villaggi isolate e le celebri Case degli Spiriti, suggestivi templi e centri cerimoniali.

 L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com), specializzato da trent’anni in viaggi di scoperta ambientale ed etnografica, propone per grandi viaggiatori una vera spedizione antropologica di 12 giorni, dedicata agli aspetti più salienti e caratteristici della Papua Nuova Guinea. Partenze individuali con voli di linea da Milano (e altre città) con guida inglese da giugno ad ottobre 2015, oppure di gruppo con accompagnatore dall’Italia il 7 agosto 2015, spostamenti interni in aereo, auto e canoa, pernottamenti con pensione completa (esclusi alcuni pasti) in modesti hotel e guest house, quote da 6.450 euro in doppia più voli e tasse (a partire da 1.650 euro).

Testo e foto di Giulio Badini