Corea del Sud , la terra della calma del mattino

Alla scoperta della Corea del Sud, uno dei paesi meno conosciuti e più affascinanti dell’Estremo Oriente, dove la tradizione più pura convive con la civiltà moderna e tecnologica; cultura cristiana, confucianesimo e buddhismo  si fondono in un contesto naturale di superba bellezza, dove tutto è tranquillità e silenzio: la “terra della calma del mattino”.

Un viaggio in Corea del Sud permette al viaggiatore di  entrare in contatto con  un popolo accogliente e disponibile, con un grande desiderio di farsi conoscere e mostrare le bellezze del proprio Paese, ancora sconosciuto dal turismo di massa.

Per capire la Corea ed entrare in sintonia con i suoi abitanti non si può che partire dalla capitale, Seul o Seoul. Coi suoi 10 milioni di abitanti connessi giorno e notte visto che la metropoli ha la connessione wireless in ogni angolo, Seul è una delle metropoli più tecnologiche, avanzate e moderne del pianeta e visitarla è una sferzata shock alla voglia di crescere e di fare. Poi c’è il contrasto col passato, custodito nei musei, nei 5 palazzi storici della dinastia Joseon, nei numerosi templi e santuari Il tour inizia con la visita a piedi del Gyeongbok Palace e del Bukchon Hanok Village, dove si ammirano le case tradizionali coreane. Questa è una zona residenziale vicino al Palazzo. Poi si visita la zona “trandy” di Samcheongdong Street, prima di passeggiare a Insadong Street. Dopo pranzo, camminata lungo Cheonggyecheon Creek e l’antica via di Jongno Street. Da Jongno si prosegue per Gwangjang Market. Sosta a Dongdaemun Design Plaza & Market per lo shopping. In questo viaggio alla scoperta di Seul, due sono i … che restano impressi: il complesso dell’antico Palazzo  reale  e Myeong-dong, il movimentato quartiere dello shopping, ovvero la Mecca della cosmesi: qui decine di shop di maschere di bellezza, uno in fila all’altro, si mischiano alle bancarelle dello street food e alle vetrine dei grandi brand internazionali.

Ma non dimentichiamoci la Torre di Seul o YTN Seoul Tower o Namsan Tower o N Seoul Tower , alta 236 m e  completata nel 1971. I corrimani, sulla scalinata che porta alla Torre, sono ricoperti in ogni millimetro da una quantità incredibile di lucchetti dell’amore. Non ce l’avete in tasca? No Problem, ogni dieci metri un baracchino vende i lucchettini di dimensioni e colori diversi a un prezzo equivalente a 3 euro. Il problema caso mai è trovare un posto per attaccarli perché ormai corrono anche sugli alberi. E quando il caldo e la stanchezza si fanno sentire, basta rifugiarsi in uno dei cinque palazzi reali di Seoul, il Changdokgung, Patrimonio Unesco, che nasconde un incredibile Huwon (il giardino di dietro), il cui accesso era riservato esclusivamente alla famiglia reale. Perdersi in questi splendidi e armonici giardini per qualche ora, tra le centinaia di specie d’alberi secolari e piccoli laghetti, può regalare dei momenti d’impareggiabile serenità e di pace interiore

Ma per leggere la storia delle due Coree bisogna arrivare fino alla Zona Demilitarizzata , la DMZ, una striscia di terra  di 4 km di larghezza che attraversa la penisola coreana. È stabilito dalle disposizioni dell’accordo di armistizio coreano per fungere da zona cuscinetto tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, ed  è una barriera di confine lunga 250 km che divide la penisola coreana. Un mondo surreale in cui convivono stazioni ipermoderne, binari che si fermano alla frontiera, parchi giochi, posti di blocco invalicabili, propaganda continua, tristezza e un pochino di paura perché si sa che fuori dal percorso tracciato, ci sono ancora le mine. Un territorio che negli anni si è trasformato in un  parco , attraversato da distese ininterrotte di barriere di filo spinato inframezzate solo da piccole postazioni militari costruite per sorvegliare l’intera area. E poi cartelli, manifesti e sculture che parlano di unificazione: “Felici, uniti, più forti”, o ancora “Fine della separazione, inizio dell’unificazione”, “Niente futuro senza unificazione”. Un sottofondo di speranza che stride però con una quotidianità popolata solo da  militari e turisti in fila per visitare i condotti, i tunnel scavati nel passato e usati  da chi voleva fuggire dalla Corea del Nord.

Verdissima, coperta da pini e piena di fiori, la Corea svela la sua anima più mistica nei monasteri che punteggiano il sud del Paese. Immersi in vallate color smeraldo o abbarbicati su cocuzzoli, ma sempre sotto l’ombra di Budda, i monasteri sono scuole filosofiche, di meditazione e di arti marziali per i giovani che trascorrono qui periodi in preghiera (anche un anno), pagando qualcosa come 50 euro al giorno in cambio di vitto, alloggio e lezioni sul pensiero umano. Nella provincia Gyeongbuk, si incontra una collina Gaya, di nome e di fatto. Un piccolo Hiking porta ad uno dei templi più importanti, Heainsa, dove è conservata una collezione di Triptitaka coreane (scritture buddiste) composta da 81258 tavolette in legno del XIII° secolo.  Qui si può partecipare al programma “Temple Stay”, un corso spirituale di cultura orientale attraverso cui si sperimenta la vita dei monaci buddisti: si indossano i vestiti dei monaci, si prega in stile orientale, si cena e si dorme sul tatami.

Si esce da questo monastero con l’animo più sereno, sicuramente più tranquilli e calmi, pronti a rimanere a bocca aperta davanti alla bellezza dei monumenti di Gyeongyu, capitale  per un millennio dell’antico impero “Silla” (57 b.C -935 a.C). Il primo che si incontra è lo Yangdong Village, patrimonio dell’Unesco. E’ il più grande villaggio tradizionale dove si possono vedere la casette dell’epoca antica. Altro momento di stupore,a sera, quando si visita l’Anapji Pond illuminato. Un vero spettacolo!

Niente male anche il tempio sotterraneo di Seokguram, un eremo che fa parte del complesso del Tempio di Bulguksa. Si trova 4 chilometri a est della parte principale del complesso, sul monte Tohamsan, nella città di Gyeongju. La grotta sovrasta il Mar del Giappone e si trova a 750 metri sul livello del mare. Nel 1995 venne inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco insieme al Tempio di Bulguksa, in quanto contiene alcune delle principali sculture buddhiste del mondo. Secondo la tradizione venne costruito da Gim Daeseong e originariamente il suo nome era Seokbulsa (“Tempio diBuddha in pietra”). I lavori iniziarono nel 742 o nel 751, durante il picco culturale del regno di Silla. La grotta venne ultimata nel 774, poco dopo la morte di Gim. Oggi il tempio è considerato uno dei principali luoghi turistici della penisola coreana.

Ho elencato 5 ottimi motivi per andare in Corea, ma potrei aggiungere il chilometrico e immenso mercato del pesce a Busan, la dolcezza di una mattina alle terme e lo stupefacente quartiere alla periferia di Incheon: 330 kmq. di territorio strappato al mare e riempito di grattacieli di acciaio e cristallo che svettano nell’aria. Un’opera grandiosa, costruita in meno di 20 anni (sarà terminata in tutti i dettagli l’anno prossimo) dove l’uomo può toccare il cielo con un dito.

 

di Graziella Leporati